A caccia di 8.000 firme. Meglio qualcuna di più per non correre rischi. Il 28 dicembre è partito il conto alla rovescia per l’ammissibilità del referendum, il primo a livello provinciale, per la creazione di un Trentino totalmente biologico. Fino al 27 marzo il comitato promotore avrà tempo per raccogliere i nomi e cognomi, per poi consegnarli all’apposito ufficio provinciale.
È quindi iniziata ufficialmente la prima fase per l’obiettivo di qualificare come distretto biologico il territorio agricolo della Provincia di Trento.
Come spiegano i promotori, non deve “spaventare” il termine biologico: « Noi chiediamo un utilizzo del territorio e coltivazioni su base biologica, poi le sfumature sono tantissime», spiega Fabio Giuliani. Insomma: no ai pesticidi, no all’uso di prodotti dannosi per l’ambiente e la salute e sì al rispetto e alla valorizzazione del territorio e dei prodotti che ci regala.
È quindi iniziata ufficialmente la prima fase per l’obiettivo di qualificare come distretto biologico il territorio agricolo della Provincia di Trento.
Come spiegano i promotori, non deve “spaventare” il termine biologico: « Noi chiediamo un utilizzo del territorio e coltivazioni su base biologica, poi le sfumature sono tantissime», spiega Fabio Giuliani. Insomma: no ai pesticidi, no all’uso di prodotti dannosi per l’ambiente e la salute e sì al rispetto e alla valorizzazione del territorio e dei prodotti che ci regala.
«Vogliamo essere trasversali, infatti con noi ci sono rappresentanti di forze politiche diverse, ma anche semplici cittadini, agricoltori, giovani e anziani, personaggi di varia estrazione sociale e politica».
E la trasversalità è anche geografica: nulla di “Trento centrico”, anzi. Il quesito riguarda tutto il territorio provinciale, in particolare le valli, e ancora più in particolare quelle più dedite all’agricoltura, come la val di Non.
E la trasversalità è anche geografica: nulla di “Trento centrico”, anzi. Il quesito riguarda tutto il territorio provinciale, in particolare le valli, e ancora più in particolare quelle più dedite all’agricoltura, come la val di Non.
«Chi sono i nostri potenziali alleati? Prima di tutto il comparto turistico, perché il concetto è quello di fare qualità e di venderla insieme al nostro meraviglioso territorio. Poi tutte le persone che sono stanche dei pesticidi e i vari comitati spontanei nati in varie realtà territoriali. Abbiamo già coinvolto i giovani, anche quelli di Fridays for Future e chiediamo l’aiuto di tutti e il dialogo con tutti, a partire da Mach e Cooperazione, da Melinda e Sant’Orsola».
La campagna di raccolta firme è già giunta a quota 6.000 e, se queste sono le premesse, è facile immaginare che alle 8.000 ci si arriverà ben presto.
Cosa aspetti? Puoi recarti nel tuo Comune a firmare!